Nell’occasione dell’Incontro delle Caritas Parrocchiali 2024 Cinquant’anni in poche parole, Caritas Diocesana di Brescia ha consegnato a due parole – poveri, noi – la consapevolezza maturata nel tempo (1974 – 2024). Così don Maurizio Rinaldi: “di fatto nessuno è così povero da non avere nulla da donare, e nessuno è così ricco da non dover chiedere nulla. Riconoscerci “Poveri, noi!”, di povertà materiale, intellettuale e spirituale ci rende destinatari di un nuovo nome “Fratelli tutti”.”
Beati in poveri in Spirito
Ad orientare la riflessione a questo approdo, la catechesi sulle Beatitudini di Papa Francesco: Beati i poveri in Spirito.
E’ a questo approdo e a questa catechesi, condivisa in occasione dell’Incontro delle Caritas Parrocchiali (14 dicembre 2024) e della proposta formativa Insieme per risignificare, che consegnamo le parole di Papa Francesco:
“Dobbiamo chiederci: che cosa si intende qui con “poveri”? Se Matteo usasse solo questa parola, allora il significato sarebbe semplicemente economico, cioè indicherebbe le persone che hanno pochi o nessun mezzo di sostentamento e necessitano dell’aiuto degli altri.
Ma il Vangelo di Matteo, a differenza di Luca, parla di «poveri in spirito». Che cosa vuol dire?
Lo spirito, secondo la Bibbia, è il soffio della vita che Dio ha comunicato ad Adamo; è la nostra dimensione più intima, diciamo la dimensione spirituale, la più intima, quella che ci rende persone umane, il nucleo profondo del nostro essere. Allora i “poveri in spirito” sono coloro che sono e si sentono poveri, mendicanti, nell’intimo del loro essere. Gesù li proclama beati, perché ad essi appartiene il Regno dei cieli. […]
Se non accetto di essere povero, prendo in odio tutto ciò che mi ricorda la mia fragilità. Perché questa fragilità impedisce che io divenga una persona importante, un ricco non solo di denaro, ma di fama, di tutto. Ognuno, davanti a sé stesso, sa bene che, per quanto si dia da fare, resta sempre radicalmente incompleto e vulnerabile. Non c’è trucco che copra questa vulnerabilità. Ognuno di noi è vulnerabile, dentro. Deve vedere dove. Ma come si vive male se si rifiutano i propri limiti! […]
Ma c’è da ribadire una cosa fondamentale: non dobbiamo trasformarci per diventare poveri in spirito, non dobbiamo fare alcuna trasformazione perché lo siamo già! Siamo poveri… o più chiaro: siamo dei “poveracci” in spirito! Abbiamo bisogno di tutto. Siamo tutti poveri in spirito, siamo mendicanti. È la condizione umana. […]
Perché c’è una povertà che dobbiamo accettare, quella del nostro essere, e una povertà che invece dobbiamo cercare, quella concreta, dalle cose di questo mondo, per essere liberi e poter amare.
Sempre dobbiamo cercare la libertà del cuore, quella che ha le radici nella povertà di noi stessi.”
(foto: Cristian Rossi in occasione della Giornata Mondiale dei Poveri 2024)