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Incontro Caritas Parrocchiali 2024 3 relatori

Cinquant’anni in poche parole e un pentolino. Caritas Diocesana Brescia ha consegnato a due parole – poveri, noi – la consapevolezza maturata in questi anni e ha affidato poeticamente a “Il pentolino di Antonino” (di Isabelle Carrer) la rappresentazione delle fragilità e delle ricchezze di tutti/e e di ciascuno/a. L’Incontro delle Caritas parrocchiali del 14 dicembre 2024, nel tentativo di risignificare uno dei tratti distintivi di Caritas – l’opzione preferenziale per i poveri – ha preso forma infatti, tra punti di vista e gruppi di prossimità.
Guardando da tre prospettive diverse alla parola poveri, sono maturate almeno tre consapevolezze che rappresentano non solo l’approdo di questi 50 anni, ma soprattutto il punto autentico di partenza per rinnovare ogni giorno, in poche parole, l’identità di Caritas.

Poveri e povertà

La prima: povertà è sostantivo plurale perché le povertà sono molte. Nunzia Vallini, nel suo intervento L’umanità e le sue tante povertà, ne ha argomentate almeno dodici, specifiche e tra loro intrecciate: povertà economica, ambientale, educativa, affettiva, di pensiero, di giustizia, di senso, di politica, di pace, di linguaggio.

Il pentolino di Antonino
Nunzia Vallini
Nunzia Vallini

Poveri, noi

La seconda: i poveri non sono gli altri, ma ciascuno di noi è povero: siamo “poveri, noi”, fratelli tutti. Così don Maurizio Rinaldi nel suo intervento Poveri, noi: “di fatto nessuno è così povero da non avere nulla da donare, e nessuno è così ricco da non dover chiedere nulla. Riconoscerci “Poveri, noi!”, di povertà materiale, intellettuale e spirituale ci rende destinatari di un nuovo nome “Fratelli tutti”.”

don Maurizio Rinaldi
don Maurizio Rinaldi
don Maurizio Rinaldi

Perché voi diventaste ricchi (2 Cor 8,9)

La terza: la povertà di Cristo che ci arricchisce è il suo farsi carne, il suo prendere su di sé le nostre debolezze, i nostri peccati, comunicandoci la misericordia infinita di Dio. Nel suo intervento La vostra ricchezza, don Massimo Orizio a partire da 2 Cor 8,9 sottolinea: “La povertà di Cristo è la più grande ricchezza: Gesù è ricco della sua sconfinata fiducia in Dio Padre, dell’affidarsi a Lui in ogni momento, cercando sempre e solo la sua volontà e la sua gloria. La ricchezza di Gesù è il suo essere il Figlio, la sua relazione unica con il Padre è la prerogativa sovrana di questo Messia povero”.

don Massimo Orizio
don Massimo Orizio
don Massimo Orizio

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