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Articolo pubblicato sul settimanale diocesano La Voce del Popolo

Osservatorio: sempre più poveri… di salute

di Diego Mesa

Secondo l’ultimo rapporto su povertà ed esclusione sociale in Italia pubblicato a novembre da Caritas Italiana, sono in aumento in Italia i cittadini che hanno dovuto rinunciare a prestazioni sanitarie ritenute necessarie (visite specialistiche, radiografie, ecografie, risonanze magnetiche, ecc.) a causa di problemi economici o problemi di accesso legati alle liste di attesa: dal 7% nel 2022 si passa al 7,6% nel 2023 (circa 4,5 milioni di persone). Sempre nel rapporto si evidenzia che ormai il 25% della spesa per la salute è a carico dei cittadini, ma non tutti sono in grado di provvedervi autonomamente. La sanità “per censo” diventa così un rischio concreto.

Il rapporto tra salute e povertà è al centro anche dell’ultimo Flash Report pubblicato dall’Osservatorio delle Povertà e delle Risorse di Caritas Diocesana di Brescia. Nel report si mostra che le famiglie indigenti hanno ricevuto aiuti dalle Caritas parrocchiali bresciane soprattutto per far fronte agli aumenti delle utenze domestiche, al pagamento degli affitti e delle spese per istruzione e formazione dei figli comprimendo le richieste riguardanti gli aiuti sanitari. Quando tuttavia, a partire dall’emergenza Covid-19, Caritas Diocesana ha istituito un fondo dedicato alla spesa sanitaria, gli aiuti per le spese per medicinali, visite e presidi medici sono passati dai 31.000 euro del 2020 agli oltre 122.000 del 2023.

La tutela della salute delle persone in situazione di grave marginalità è ancora più problematica. Dei 372 interventi sanitari effettuati nel 2023 dall’unità infermieristica presso la mensa Madre E. Menni, il 21% ha riguardato medicazioni in loco, il 35% l’orientamento presso servizi socio-sanitari specialistici. Oltre una persona su dieci (13%) è stata orientata al pronto soccorso.

Nel Flash Report sono raccolte anche le testimonianze del responsabile del Rifugio Caritas di Brescia, del referente per gli accompagnamenti sanitari e di due ospiti del rifugio. Come osserva il responsabile: “la vita di strada non ti permette di concentrarti troppo su quella che è la tua salute. La cronicità degli aspetti sanitari è un’altra cosa che in verità è all’ordine del giorno. Anche le persone senza dimora stanno invecchiando.”

“Alla notte sotto zero quando dormi in strada è dura. Mi scaldavo con le bottiglie di vino” commenta un ospite di 61 anni con pregressi problemi di alcolismo, a cui fa eco il secondo testimone di 65 anni: “Facevo troppo sacrificio. Senza lavoro, senza casa, niente. Allora sempre io a pensare ogni sera dove andare a dormire. Troppi sacrifici, troppi sacrifici. Allora la malattia entra certo!”

Il referente per gli accompagnamenti sanitari conclude: “Le persone hanno bisogno proprio che qualcuno si prenda cura e non semplicemente si prenda carico e questa cura passa innanzitutto dagli aspetti sanitari, partendo dalla ricostruzione di rapporti di fiducia con il medico di base e con la rete dei servizi”.

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