di Gianbattista Treccani
Ogni giorno, dal 2000, la Mensa Menni assicura un pasto alle persone che vivono in gravi condizioni di disagio. Negli ultimi anni il numero delle persone è in costante aumento: ad oggi la media giornaliera ruota intorno ai 200. Le loro storie si intrecciano con le storie e i vissuti dei tanti volontari con il grembiule del servizio. Alcuni di loro hanno preso parola all’incontro organizzato per la condivisione del bilancio delle attività e per il compleanno diffuso per il cinquant’anni di Caritas Diocesana.
Realtà da scoprire. Matteo definisce il suo servizio di volontariato come un’esperienza di vita che gli ha aperto gli occhi; racconta come “dalla Mensa passa tutta una fetta di società, che nella vita forse ha avuto e poi probabilmente perso molto. Incontriamo persone rassegnate a fare della sopravvivenza uno stile di vita, a vivere una esistenza che nessuno di noi vorrebbe propria. Fino a quando non si entra emotivamente nelle vite degli altri e non se ne condivide anche solo temporaneamente lo spazio, è difficile capire cosa significhi e cosa comporti vivere in quel contesto di emarginazione”.
Incontri. Michela racconta invece di uno dei tanti incontri che l’hanno segnata: “Sabato si è presentato un uomo con uno sfratto alle spalle. Per lui era la prima volta che veniva in mensa, ne aveva sentito parlare, si vergognava a dover chiedere aiuto, ma non trovando altra soluzione ha dovuto mettere da parte l’orgoglio. Ha chiesto la possibilità di mangiare, nella speranza di trovare una soluzione nel più breve tempo possibile. Di fronte a certe confidenze mi sento impotente, vorrei saper dare i giusti consigli e fargli sapere che per ognuno di loro spero ci possa essere un futuro migliore, ma non è facile, molto spesso le loro storie lasciano senza parole”.
Piccole – grandi cose. Federico per raccontare la sua esperienza ricorre all’immagine di uno zaino: “Quando ci si avventura nel mondo del volontariato non si fa la valigia, ma si prepara uno zaino perché le mani devono restare libere per stringerne altre, per accogliere, per dare, per prendere, per sostenere. Oggi mi fermo un attimo a riflettere: il mio zaino è davvero pieno, anche e nelle tasche più nascoste. Ci trovo dentro tutto ciò che la mia esperienza alla Mensa Menni mi ha dato: il valore dei gesti semplici, la capacità di apprezzare le piccole cose, la forza della fragilità, l’unicità di ogni persona e della sua storia, la potenza di un sorriso, la solidarietà come investimento che non fallisce mai”.
Volontari cercasi. Tante persone, ognuna con la propria storia, i propri sogni, un crocevia di umanità che si intreccia e che ci ricorda, come sottolinea Papa Francesco, che “la storia non si guarda dalla prospettiva dei vincenti, che la fanno apparire bella e perfetta, ma dalla prospettiva dei poveri, perché è la prospettiva di Gesù”. Chi come Matteo, Michela e Federico volesse indossare il grembiule del servizio può prendere contatti con Caritas Diocesana (caritas@caritasbrescia.it, tel. 030 3757746).