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Articolo pubblicato sul settimanale diocesano La Voce del Popolo

Un altro anno di approdi: tra novità e ricchezze

di Carla Lojacono

Anche quest’anno, con la fine della scuola, si è concluso il progetto Approdi, che ci ha permesso di incontrare 452 ragazzi e ragazze delle scuole secondarie di secondo grado.
Siamo qui a fare il bilancio dell’esperienza non per dare un voto su come è andata, ma per raccontare le novità e le ricchezze che sono emerse.

Novità. La prima novità è che quest’anno, oltre alla collaborazione con alcuni istituti “storici” per il nostro progetto (IIS Capirola, IIS Antonietti e CFP Canossa), Approdi è arrivato anche in una nuova scuola: il liceo De André, dove abbiamo incontrato 4 classi con cui abbiamo affrontato il tema delle migrazioni, all’interno del modulo sullo sviluppo sostenibile.

Attività espressiva. La seconda novità riguarda proprio il modulo sulle migrazioni, al termine del quale abbiamo chiesto agli studenti e alle studentesse di partecipare ad un’attività nuova, che li stimolasse dal punto di vista espressivo. Abbiamo chiesto, infatti, di riassumere in un disegno il messaggio che più era rimasto loro impresso. Ciò che è emerso ha dimostrato quanto il tema li abbia toccati e stimolati a riflettere.

Approdi in oratorio. L’ultima novità, non meno importante, è che finalmente il progetto nel suo complesso è “approdato” in un oratorio: quello di Manerbio. Qui, abbiamo infatti svolto i primi due incontri del modulo (che prevedono la riflessione sui pregiudizi che si hanno sui migranti e il gioco di “OKA. È in gioco la vita”).

Ricchezze. Le ricchezze emerse, come sempre, sono tante: la partecipazione dei ragazzi e delle ragazze, la collaborazione delle docenti, le opportunità di condivisione, ma soprattutto vogliamo sottolineare l’attitudine a mettersi in gioco, perché ragazzi e ragazze non si sono tirati indietro nel momento del confronto, hanno espresso il loro pensiero e accolto gli stimoli che gli venivano proposti, portando a casa, speriamo, uno sguardo più ampio sulla realtà e la consapevolezza che è possibile incontrare l’altro e le sue idee senza perdere se stessi, ma piuttosto arricchendosi.

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