di Stefania Cingia
Custodi del Bello Brescia è un progetto che nasce principalmente per offrire opportunità di reinserimento lavorativo e percorsi di dignità a persone in condizione di vulnerabilità, attraverso l’assunzione nella forma di tirocini lavorativi in squadre dedicate alla cura della città. Nato nel 2022 grazie al coinvolgimento di Caritas Diocesana di Brescia, della Cooperativa Kemay, del Comune di Brescia, e di altri enti, il progetto a oggi conta 55 “cantieri del bello” terminati grazie al lavoro di 45 tirocinanti.
Sono proprio i tirocini lavorativi che, oltre a dare un contributo economico al lavoratore, gli permettono di acquisire quelle competenze che sono propedeutiche all’inserimento nel mondo del lavoro. Non si tratta solo di sviluppare competenze tecniche ma anche quelle che vengono comunemente chiamate soft skills.
“Le soft skills sono le competenze che non sono specifiche di un lavoro, ma sono trasversali, cioè si possono utilizzare in più ambiti e in più occupazioni. Anzi, sono utili anche al di fuori del mondo lavorativo. Non sono pratiche e operative, ma generali e utilizzabili in più campi”, spiega Marco Cortesi, referente dell’area formazione e lavoro della Cooperativa Kemay, che dalla nascita del progetto Custodi del Bello nel 2021 segue l’attivazione dei tirocini. “Le competenze acquisite sono strumenti che rendono i Custodi meglio equipaggiati ad affrontare il mercato del lavoro”.
Il valore aggiunto sta nel metodo: si impara facendo. Custodi del Bello è uno spazio esperienziale educativo in cui l’errore diventa occasione di crescita, la comunità è maestra, la bellezza ritrovata alimenta autostima e motivazione anche perché ciascuno contribuisce concretamente al bene comune.
Nel 2025 sono state due le squadre operanti a Brescia, con 15 cantieri terminati e 7 tirocini attivati; tra questi, anche uno al Museo Diocesano di Brescia. Licia Airoldi, responsabile organizzativa del museo, si esprime in questi termini: “Sono stati tre i tirocinanti impiegati nel cantiere del museo, e con grande cura e dedizione hanno contribuito a rendere più accogliente una parte della nostra struttura. L’opportunità di crescita offerta ai tirocinanti ha, di pari passo, concorso alla crescita personale di tutto lo staff del Museo.”
Così “Custodi del Bello” diventa un ponte tra fragilità e futuro, tra luoghi più belli e persone più forti. È un progetto propedeutico al lavoro perché insegna competenze e regole, ed è educativo perché trasforma la cura degli spazi in cura di sé. Un esempio concreto di come bellezza e dignità possano camminare insieme.