di Chiara Buizza
L’appello
È il 9 aprile 2020, Giovedì Santo. Il Vescovo mons. Pierantonio Tremolada per rispondere alle gravi emergenze generate dall’epidemia Covid-19 annuncia l’istituzione di un Fondo di solidarietà al quale sono chiamati a contribuire tutti i fedeli della Chiesa bresciana e primariamente “la Caritas diocesana e i ministri ordinati, in particolare i presbiteri”. È il 4 maggio e il Fondo di solidarietà, che si qualifica con il nome do.Mani alla Speranza, dopo la nomina di un apposito Comitato che provvede alla strutturazione del Fondo e alla determinazione di un regolamento, entra nel vivo dell’operatività a favore di persone e famiglie in situazione di povertà o difficoltà per la perdita del lavoro a seguito dell’emergenza Covid-19.
Il fondo
Da aprile 2020 a dicembre 2021, il Fondo di solidarietà do.Mani alla Speranza incrementa progressivamente le disponibilità finanziarie (al 31.12.2021: euro 1.000.000, di cui euro 600.000 raccolti da donazioni e euro 400.000 messi a disposizione da Fondazione Opera Caritas San Martino) che, nel contempo, permettono di “intervenire con sollecitudine laddove i bisogni si presentano urgenti”, anche a sostegno della straordinaria mobilitazione di parrocchie e Caritas nell’intercettare e rispondere a situazioni di difficoltà occasionate o amplificate da Covid-19.
Gli aiuti
Nello specifico sono tre gli ambiti prevalenti in cui Fondo di solidarietà do.Mani alla Speranza interviene assicurando un sostegno economico alle parrocchie e alle Caritas, un sostegno che si traduce in vicinanza e risposta concreta ai bisogni delle persone e delle famiglie in difficoltà.
- Piccole spese. Negli anni 2020 e 2021 sono 80 le parrocchie che presentano domanda di compartecipazione al Fondo di Briciole Lucenti e 2087 le domande complessive. Grazie al Fondo di solidarietà do.Mani alla Speranza le spese ammesse al contributo sono coperte per l’intero importo, per un totale di euro 768.700. Nello specifico: la richiesta di contributo è motivata da “problemi di lavoro” (60%), le spese riguardano prevalentemente la casa (82%), le persone beneficiarie del sostegno economico risultano 7211, di cui 2912 minori.
- Sostegno per perdita lavoro. Il Fondo do.Mani alla Speranza assicura sostegno specifico ai lavoratori autonomi o dipendenti (sia a tempo determinato che a tempo indeterminato), disoccupati a partire dal 1° marzo 2020 causa emergenza Covid-19. La valutazione delle 113 domande presentate (95 nel 2020, 18 nel 2021), raccolte in prima istanza dai parroci ed esaminate dal Centro di Ascolto Porta Aperta, permette l’ammissibilità al contributo di 29 domande e il sostegno a 86 persone, di cui 40 minori. Rispetto alla composizione familiare dei beneficiari: 9 sono persone singole mentre 20 sono i nuclei familiari, di cui 10 monogenitoriali (donne con minori), di cui due per vedovanza (causa Covid-19). A consuntivo sono stati finalizzati euro 81.384 (di cui 61.384 già erogati e 20.000 in corso di erogazione).
- Generi alimentari. Riconoscendo l’eccezionale attivazione di 80 parrocchie partner dell’Ottavo Giorno, il comitato di gestione del Fondo diocesano di solidarietà do.Mani alla Speranza valuta l’opportunità di rifondere alle parrocchie il valore economico dei prodotti ritirati dal 9 marzo al 31 maggio 2020, per un importo complessivo pari a euro 150.000.
Un bilancio
Il Fondo diocesano di solidarietà do.Mani alla Speranza in tempo Covid19 ha dunque contribuito in maniera specifica al sostegno di oltre 7000 persone (7297 beneficiari: Fondo Briciole Lucenti e Sostegno perdita lavoro) a fronte di 2116 domande accolte (2087 Fondo Briciole Lucenti; 29 Sostegno perdita lavoro). Ai beneficiari di un aiuto diretto vanno aggiunti anche coloro che grazie all’Ottavo Giorno e alla mobilitazione delle Caritas hanno beneficiato di un aiuto alimentare di portata eccezionale (in particolare nei mesi di aprile-maggio 2020). Va rilevato infine che Fondo diocesano di solidarietà do.Mani alla Speranza ha intercetto in maniera diretta le conseguenze di Covid-19 rispetto all’ambito lavorativo: oltre al sostegno diretto dato per la perdita di lavoro, le motivazioni per la richiesta di contributi attraverso il Fondo Briciole Lucenti hanno riguardato (oltre 60%) la mancanza di lavoro.