di Michele Brescianini
L’Osservatorio delle povertà e delle risorse di Caritas Diocesana di Brescia, il 31 maggio ha inviato alle Caritas un secondo questionario per monitorare le fragilità e i bisogni delle comunità in tempo di Covid-19. Questo secondo monitoraggio aveva l’obiettivo di focalizzare al meglio alcune risposte che erano state ricevute in seguito al primo questionario, inviato il 3 maggio e di far emergere eventuali cambiamenti nei bisogni tra le diverse fasi di emergenza Covid-19. Cinquantanove sono le Caritas che hanno risposto, rappresentanti di un campione di ottanta realtà distribuite su tutto il territorio Diocesano. Alla luce delle due rilevazioni è possibile sintetizzare alcuni dati significativi:
Caritas aperte. Innanzitutto, si conferma il dato già rilevato: nel tempo del Covid-19, il 90% delle Caritas è rimasto attivo, cambiando chiaramente le modalità, ma garantendo la sua presenza sul territorio. Alcune realtà hanno attivato un numero di telefono per le emergenze, altre hanno favorito la consegna di pacchi viveri a domicilio, altre ancora hanno sviluppato la collaborazione con giovani o con altre associazioni del territorio per la consegna dei beni necessari.
Richieste in crescita. Aumentano le persone che si rivolgono alle Caritas, non solo per beni materiali, ma anche per supporti economici e lavoro. Continua a confermarsi l’aumento delle persone che si rivolgono alla Caritas, mediamente del 30% rispetto al periodo pre-covid. Le richieste concernono beni e servizi materiali (90%), aiuti economici (70%) e lavoro (45%). In particolare si inizia a constatare un aumento delle richieste di supporti economici e di lavoro: coloro che avevano lavori saltuari o che non hanno ancora ricevuto la Cassa integrazione o che erano e sono alla ricerca di un lavoro in questo periodo sono in grossa difficoltà.
Volontari in diminuzione. Accanto alla rimodulazione delle modalità di presenza e di vicinanza ai bisogni delle comunità, va nondimeno segnalato, nel rispetto del quadro normativo, la diminuzione del numero di volontari impegnati. Quasi la metà delle Caritas registra una diminuzione del numero dei volontari disponibili. Dall’altra parte un 10% delle realtà risponde di poter riscontrare un aumento dei volontari, in particolare, giovani. Una Caritas su 4 ha avuto almeno un volontario positivo al Covid-19 e il 5% delle Caritas dichiara purtroppo il decesso di almeno un volontario.
Collaborazioni significative. La maggior parte delle Caritas evidenzia una crescente collaborazione con le Associazioni del territorio e con la Comunità in generale (nella distribuzione di viveri, nel dono di quanto poteva essere dato, nel prendere decisioni condivise). Anche i rapporti con gli Enti Locali sembrano essere cresciuti e non solo sulla immediata risposta a un bisogno che non poteva attendere, ma anche nella disponibilità a costituire tavoli di condivisione per poter affrontare in maniera sinergica risposte a problemi sempre più complessi.
In linea con quanto Caritas Italiana sta proponendo anche l’Osservatorio della Caritas Diocesana di Brescia ipotizza di fare una terza valutazione nel mese di settembre per monitorare le fragilità e i bisogni a qualche mese di distanza.