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Articolo pubblicato sul settimanale diocesano La Voce del Popolo

L’ORTOC’E’ per il tempo del Creato

di suor Italina Parente

“Che scorrano la giustizia e la pace” è il tema del Tempo ecumenico del Creato di quest’anno, ispirato dalle parole del profeta Amos: «Come le acque scorra il diritto e la giustizia come un torrente perenne» (5,24).
Da sempre i corsi d’acqua hanno un ruolo fondamentale nella vita di un popolo; per il popolo che crede in Dio sono simbolo della vita, della vita donata, che “arriva” dall’alto proprio come l’acqua di un fiume che scorre a partire dalle zone più alte.
Abbiamo bisogno di giustizia e di pace per vivere insieme come popolo così come abbiamo bisogno di acqua per vivere. Quando possiamo attingere ad una fonte che non si esaurisce e che può placare la nostra sete? Quando diventiamo dono. Quando diventiamo acqua per la sete di altri.
È così che la Comunità Laudato si’ de L’ORTOC’È (Brescia, via San Polo 90) vuole vivere il tempo del creato. Abbiamo ricevuto acqua dall’intreccio di sguardi, mani e cuori che hanno condiviso la stessa terra, lo stesso spazio di vita – L’ORTOC’È – e insieme, a volte come ruscelli, a volte come torrenti e altre volte come semplici gocce d’acqua, siamo diventati sorgente d’acqua per la sete di altri.
Diventare sorgente per ogni cuore assetato! Ecco il bellissimo progetto di vita che questo tempo del creato ci consegna ed è ciò che abbiamo già in parte sperimentato in quegli incontri che hanno aperto e liberato il dialogo con persone che frequentano il centro diurno “il Cammino”, disabili, studenti del Cfp Canossa, persone in formazione con il modello del recovery college, gruppi di ragazzi dei grest di diverse parrocchie, volontari, persone in percorsi di inserimento lavorativo e per i lavori di messa in prova, persone provenienti da diversi enti che si prendono cura di tante fragilità.
Ogni incontro è un’esperienza di radicale bellezza. La bellezza vera è riflesso dell’armonia. È la dolce armonia di un fiume in cui ci sono parti diverse che però compongono un’unità che è diversa da ognuna delle parti ed è diversa anche dalla somma delle parti. È bene comune.
Torrenti, ruscelli, gocce d’acqua che ad un certo punto confluiscono in un fiume fonte di vita per tanti… Solo allora si sperimenta che non c’è più il rifugiato, il senza fissa dimora, il malato psichiatrico, il disabile, il dirigente di banca, lo studente, il neolaureato: ci sono uomini e donne che hanno sete e perciò sono capaci di riconoscere la sete degli altri e di alimentare il desiderio di raggiungere quella sorgente che permette di donare acqua viva. È la semplicità di incontri autentici che fa andare oltre ogni “etichetta” che ci impedisce di prenderci cura della bellezza e della fioritura della vita.

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