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Articolo pubblicato sul settimanale diocesano La Voce del Popolo

L’effetto sinergico nella comunità di Passirano

di Giulio Rezzola

Grazie alla sinergia tra la parrocchia e la Cooperativa Kemay, a Passirano dal 2015 a oggi sono stati accolti circa trenta uomini, alloggiati in una casa delle Suore operaie. Attualmente, dice Liliana Abeni, operatrice Kemay, gli ospiti sono 10 con una età media inferiore ai 35 anni. Provengono quasi tutti da Paesi dell’Africa sub-sahariana anche se nel tempo hanno soggiornato arabi (pochissimi), bengalesi, afghani, siriani.

“Diverso il discorso per i cittadini ucraini – aggiunge Abeni – verso i quali si è trattato di un diverso tipo di accoglienza. Nel complesso abbiamo sempre avuto persone molto disponibili, flessibili, che non hanno mai creato alcun problema”.

In genere il loro soggiorno dura un paio d’anni, il tempo necessario ad espletare tutte le pratiche burocratiche per ottenere documenti, visti o permessi di soggiorno mentre capita che alcuni di loro se ne vadano via quasi subito, soprattutto verso la Francia.

“Il progetto di accoglienza risale al 2016 – ricorda Liliana Abeni – chiamati dalla famosa lettera del Vescovo. Fu don Luigi Guerini a coinvolgere allora l’intera comunità di Passirano, Monterotondo e Camignone. Una comunità che rispose molto bene alla chiamata, e i risultati si vedono ancora adesso”.

Don Giovanni Isonni, il parroco attuale, segue questo progetto dal 2021, da quando è arrivato in Franciacorta proveniente da Rivoli. “Ho trovato già tutto avviato da don Gigi – dice – ma si trattava di una cosa che avevo già vissuto in Piemonte. Qui ho trovato una bella realtà e un buon gruppo di volontari insieme ad una proficua interazione con l’amministrazione comunale. C’è un buon equilibrio e va bene così. Pensare di aumentare il numero delle persone da accogliere ora è purtroppo impensabile”.

In questi ultimi due anni, comunque, l’intera comunità non è stata con le mani in mano. “Abbiamo dato accoglienza anche a quattro ragazzi che hanno terminato il loro percorso nel Centro di accoglienza straordinaria (CAS) – prosegue don Giovanni – ospitandoli in un appartamento del curato. Ora stiamo mettendo molta attenzione al processo di integrazione di queste persone, integrazione che passa necessariamente anche dal trovare loro una casa. Ma gli affitti qui in Franciacorta sono insostenibili”.

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