di Stefania Cingia
“Ma come, abbiamo già finito?”. Lo studente guarda Silvia, una delle operatrici che lavora all’orto (via San Polo, 90) e si stupisce che il tempo sia volato così in fretta. Nonostante il freddo abbia fatto gelare i campi e intorpidire le mani, gli studenti che lavorano da un paio di ore non sembrano essere stanchi di lavorare a contatto con la natura.
L’ORTOC’E’ – laboratorio di OrtoCulture di Caritas Diocesana di Brescia, promosso in collaborazione con la cooperativa Kemay e l’Ufficio per l’Impegno Sociale, mercoledì 15 dicembre ha visto protagonisti un gruppo di studenti di prima superiore del corso per operatore agricolo del CFP Canossa di Brescia. La proposta: svelare il significato delle tre culture – incontro, cura e rispetto – che connotano l’esistenza dell’orto quale Comunità Laudato Sì, attraverso altrettante micro attività.
Il gruppo alla scoperta della parola cura si è cimentato nella sgranatura dei rami di lavanda. Cosa c’entra la cura con la sgranatura? È un lavoro minuzioso, di dettaglio, che richiede pazienza, e come la cura è fatta di piccoli gesti che danno nuova vita e nasce dalla contemplazione della bellezza e della dignità degli altri e del mondo.
L’altro gruppo era alle prese con la pulizia dei campi dall’erba secca per spargere poi il compost per fertilizzare il terreno. Associata a questa attività c’è la parola rispetto: rispetto per le piante, ma anche per tutto quello che c’è attorno, per tutti gli esseri viventi in un’ottica di vera ecologia integrale.
Un terzo gruppo si è cimentato nella pulizia delle teste d’aglio e nella successiva piantumazione. La parola è incontro: la consociazione di diversi vegetali influisce infatti positivamente su tutte le piante coinvolte. Ma incontro anche di persone, come è nello spirito del progetto L’ORTOC’E’: persone di diversa nazionalità, religione, cultura, età, competenza. Tutti possono venire all’orto, a prescindere dalle proprie capacità.
“Ogni volta che facciamo esperienze concrete, i ragazzi chiedono di poter tornare perché ricevono molto”, dice la professoressa Monica Locatelli, che li ha accompagnati.
Per info: www.kemay.it/progetti/orti-cultura