di Roberto Ballini
Il 2021 vede la partenza del tour de “Il Sarto delle Parole”. Grazie all’importante, e fondamentale, apporto di Caritas Diocesana di Brescia, ha preso corpo un progetto che vede coinvolti più di 100 ragazzi con fragilità, in uno spettacolo in giro nelle piazze di Lombardia e Trentino, dove l’arte, i gesti e le parole, riempiono i cuori delle persone. Un’esperienza che li ha visti coinvolti partendo dalla preparazione, con laboratori all’interno delle loro realtà, fino alla messa in scena dello spettacolo. L’attesa per la fatidica data, ha rafforzato in loro l’autostima di persone in grado di fare qualcosa di speciale, trasformando la loro fragilità in vera e propria forza.
Grazie a questi attori, che si fanno coinvolgere e rapire dalla magia del teatro, un unico testo è riuscito a trasformarsi in un testo unico ogni sera. Mi diverto a cucire e gioco a rammendare, dice il sarto. Divertirsi e giocare sono una possibilità che il sarto regala agli attori e al pubblico, una possibilità che ognuno di noi può portare con sé quando tornerà a casa. Il sarto di cui raccontiamo è un sarto particolare però, infatti non cuce solo stoffe, ma si diverte a cucire insieme anche parole con cui crea poesie meravigliose. E il pubblico viene rapito da queste parole: parole piumate, parole donate, parole dimenticate, parole abbracciate. Il turbinio di emozioni che trasmettono gli attori sul palco, passa attraverso messaggi come “tutti per uno, uno per tutti” e “unire è sempre la scelta migliore”.
Questa esperienza ci ha insegnato a guardare quello che ci circonda, cercando di farlo vivere dentro di noi, prendendoci cura della persona che ci sta vicino, di una cosa anche la più banale, un luogo anche se lontano. Attraverso questi ragazzi abbiamo imparato il vero significato della parola “inclusione”. Loro in ogni spettacolo, ci “includono”; sta ora a noi fare altrettanto con loro, partendo dai piccoli gesti quotidiani, che noi facciamo ancora fatica a capire. Ma una piccola luce in fondo al tunnel si intravede.