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Articolo pubblicato sul settimanale diocesano La Voce del Popolo

Il mandato per intraprendere le tre vie

di don Maurizio Rinaldi

Abbiamo iniziato da un invito per un caffè. L’invito è a continuare perché come ricordava Erri De Luca: “A riempire una stanza basta una caffettiera sul fuoco”. Può bastare un caffè per incontrarsi e riconoscersi vicini, prossimi, intimi. Un caffè non è impegnativo, unisce in modo informale, ma sentito; aggrega in forma leggera, ma aperta alla profondità della condivisione e delle confidenze. Un caffè crea uno spazio libero, non necessita di una postura sofisticata; avvia ad una pausa, interrompe un lavoro serrato, solleva dalle preoccupazioni, ricrea serenità e rilancia al di più e al meglio. Il suo profumo nell’aria già fa ben sperare. Il caffè è un’arte. Molti lo prendono e lo gustano; alcuni ne fanno un culto. Ma il caffè aggrega tutti; per la sua popolarità, anche coloro a cui il caffè non piace.

Il caffè del 16 ottobre ha avuto un gusto speciale; in occasione delle 50 candeline di Caritas Italiana abbiamo riassaporato il piacere di ritrovarci, il desiderio del nuovo che attendevamo, l’entusiasmo dell’inedito che ci ha sorpresi, come un sospiro di sollievo, un attimo di pace e di speranza; abbiamo vissuto un giorno di autunno nell’aria tersa di una primavera di ritorno. Grazie a tutti per la vostra partecipazione e grazie a chi ha così gradevolmente ospitato.

Per tutti e per chi non ha potuto esserci l’invito è a iniziare e a continuare, “insieme per…” dare compimento al tempo. Il “cambiamento d’epoca”, di cui Papa Francesco ne intuisce il movimento, implica il protagonismo di tutti e di ognuno, ciascuno per la sua parte, con il contributo che può dare, ma necessario.

Il mandato è semplice: condividere, là dove si vive, la bellezza dell’essere Chiesa e gioire per la riscoperta di un sogno, vivo più che mai. Da qui e non da altro ritroveremo l’autenticità ed il coraggio di intraprendere la via degli ultimi, del Vangelo e della creatività, perché la carità materiale, intellettuale e spirituale si esprima nell’incipienza di una fede che ci vede sempre sul punto di partenza, in stato di avanzamento, con buoni margini di miglioramento. Ne varrà della verità di noi stessi, della nostra esperienza credente, della risposta responsabile ed amorevole alle interpellanze del tempo, attuale e futuro.

Tra la festa di Cristo Re e l’inizio dell’avvento osiamo “organizzare la speranza” per una “regale umanità” che scaturisca da un vero “credere sociale”; istruiti dalla Parola e animati dallo Spirito di “sinodale qualità”, esprimeremo nel “sensus fidei” la vocazione e la missione di un popolo che accoglierà la promessa e la accompagnerà al suo compimento, nella giustizia e nella carità.

Buon caffè.

(Il materiale 50perTRE. Carità incipienti per avviare la condivisione è a disposizione qui)

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