di Stefano Savoldi
Fortunatamente non si sono spenti i riflettori su quanto accade lungo la rotta balcanica.
Mentre i media hanno derubricato la notizia, è vivo l’interesse di tanti cittadini che approfondiscono e si mobilitano per manifestare il dissenso nei confronti di una politica europea che si ostina a tenere al confino e respingere persone cui viene sistematicamente negato l’esercizio del diritto di richiesta di Asilo politico (si veda il dossier appena pubblicato sul sito di Altreconomia).
L’iniziativa della raccolta fondi lanciata da Caritas Diocesana di Brescia ha suscitato un riscontro inizialmente insperato visti i tempi di difficoltà e fatiche che stiamo vivendo. Ma forse è proprio la consapevolezza della nostra fragilità a renderci meno sordi e farci sentire più vicini a quell’umanità ferita che a poche centinaia di chilometri sta gridando di essere ascoltata.
Ad oggi sono stati raccolti oltre 60.000 euro di contributi, grazie alle raccolte di 17 parrocchie, 2 associazioni e 278 persone che hanno inviato direttamente a Caritas Diocesana di Brescia il proprio sostegno economico. Dopo i primi 2 TIR consegnati il 19 gennaio, con questi contributi sono stati inviati al campo profughi di Lipa già 300 bancali di legna da ardere, acquistata in una segheria di Bihac tramite il referente locale di Caritas Italiana. Tale scelta permette infatti di favorire l’economia locale ed essere più tempestivi ed efficaci negli interventi: sconsigliato l’invio di materiali.
Nel frattempo, in una partnership con Caritas Ambrosiana, alcuni giorni fa è stato inaugurato un nuovo tendone che funzionerà come refettorio e #SocialCafé, mentre insieme a Cuore Amico si stanno studiando due nuove progettualità da realizzare direttamente con Caritas Bosnia e, tramite i padri Somaschi, in Romania. Non dimentichiamo infatti che non c’è una sola Rotta Balcanica e che queste rotte -così come le sofferenze delle persone che le percorrono- non terminano a Lipa! Quindi avanti, perché ancora molto resta da fare.