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Articolo pubblicato sul settimanale diocesano La Voce del Popolo

Da comunità a community

di Stefania Cingia

Una delle scene più penetranti di Tutti abbiamo sangue rosso, la drammatizzazione teatrale ideata e interpretata da 14 richiedenti asilo ospitati dalla Cooperativa Kemay, è quella in cui in bilico su un solo piede gli attori ondeggiano lenti sulla scena al grido di “sospesi”. Sospesi loro come oggi noi, in questo tempo di emergenza che ci costringe a stare lontani e a guardare al futuro con più apprensione.

Attività sospese, relazioni sospese: è solo la vicinanza che qualifica la bontà di un rapporto? Il lavoro della Cooperativa Kemay, che da cinque anni si occupa di accoglienza di richiedenti asilo e rifugiati, si basa da sempre sul lavoro di relazione e di fiducia operatore-beneficiario. Ed è per questo che ripensare e convertire tutti i servizi di accompagnamento in una presenza a distanza non è stato semplice.

I primi giorni sono stati di frenetica organizzazione, divisione dei compiti, chiamate e soprattutto video chiamate. Dopo qualche tempo di ordinario smarrimento, la cooperativa è attiva e continua la sua missione di accoglienza.

Con le dovute precauzioni, i servizi ordinari restano attivi, come l’accompagnamento sanitario, l’accompagnamento per gli acquisti di generi alimentari e beni di prima necessità e la disponibilità h24 dei coordinatori degli appartamenti. Ciò che poteva essere garantito a distanza, è stato implementato in modo virtuale: le lezioni di alfabetizzazione e i corsi di italiano si tengono tutti i giorni in aule virtuali, i compiti a casa sono seguiti e corretti a distanza.

E poi c’è altro: quel senso di comunità che è uno dei cardini di Caritas e che di riflesso lo è anche per Kemay e che non può andare perso in questo momento di lontananza. Da comunità a community, il passaggio non è immediato. Sono state attivate nuove progettazioni come il blog che si anima dei volti e delle voci di tutte le persone vicine a Kemay, come anche la mappatura delle relazioni che Kemay è riuscita a costruire negli anni e il tentativo di costruzione di lezioni di geopolitica a partire dall’esperienza diretta dei migranti. Sul sito www.kemay.it ci sono tutti i dettagli.
È un tempo sospeso, è vero, ma utile per fermarci e ri.conoscere il lavoro svolto negli anni e farne tesoro per i mesi a venire.

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