di Stefano Savoldi
Sta proseguendo l’esperienza di Caritas diocesana di Brescia nell’accoglienza di persone giunte in Italia attraverso il progetto dei Corridoi Umanitari di Caritas Italiana per la messa in salvo ed il trasferimento in Italia di persone che scappano da situazioni di guerra.
Lo scorso giugno una prima famiglia siriana, rifugiatasi in Giordania per 10 anni, è stata accolta dalla comunità di Torbole Casaglia. L’esperienza procede bene: dopo il riconoscimento dell’Asilo Politico e l’inserimento alla scuola per i tre figli, ora il progetto si concentra sulla necessità di costruire il percorso di autonomia del nucleo familiare. Per tale ragione si stanno moltiplicando gli sforzi e gli appelli per trovare una collocazione abitativa definitiva ed una sistemazione lavorativa: il padre è stato in passato rappresentante all’estero per prestigiose aziende della nostra provincia sviluppando mercati esteri!
È stato inoltre avviato anche a Brescia il Progetto UNICORE 3.0, progetto promosso in via sperimentale nel 2019 da Caritas Italiana insieme al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, l’UNHCR, la Diaconia Valdese, il Centro Astalli, Gandhi Charity e le Università italiane aderenti. L’obiettivo è consentire a studenti universitari dell’area del Corno d’Africa, fuggiti dal proprio Paese d’origine e rifugiatisi in Etiopia, di candidarsi per essere selezionati dalle Università quali beneficiari di una borsa di studio messa a disposizione dalle Università stesse e così giungere in Italia dove poter completare il proprio percorso di studi conseguendo una laurea specialistica.
Anche a Brescia è giunto a metà settembre uno studente eritreo che ha subito iniziato a seguire online i corsi della facoltà di ingegneria. Il primo periodo è stato dedicato in particolare alla messa a punto della parte documentale, iscrizione universitaria, al SSN, richiesta del permesso di soggiorno, apertura di un c/c… La cooperativa Kemay ha predisposto per i primi mesi un corso di prima alfabetizzazione che proseguirà poi anche con l’università. Ora, avviata anche la frequenza in presenza alle lezioni, si inizieranno attività di inclusione insieme ad alcuni degli altri attori coinvolti nella rete locale di Brescia, ovvero la Caritas diocesana, l’Ufficio per i Migranti della Diocesi, l’Associazione Centro Migranti, la Diaconia Valdese. Obiettivo: realizzare un percorso di inclusione oltre l’ambito professionale, per farli sentire a casa, pur nella fatica della lontananza. Per informazioni e disponibilità chiamare il 342.1177373