di Chiara Buizza
Nella suggestiva cornice del Duomo Vecchio, martedì 30 maggio è stato presentato Un anno con Caritas 2022. La creatività della carità. Diversi i momenti che hanno punteggiato la presentazione, tutti accomunati da una consapevolezza: “per non smarrirci abbiamo bisogno di respirare la verità delle storie buone: storie che edifichino, non che distruggano; storie che aiutino a ritrovare le radici e la forza per andare avanti insieme. Nella confusione delle voci e dei messaggi che ci circondano, abbiamo bisogno di una narrazione umana, che ci parli di noi e del bello che ci abita. Una narrazione che sappia guardare il mondo e gli eventi con tenerezza; che racconti il nostro essere parte di un tessuto vivo; che riveli l’intreccio dei fili coi quali siamo collegati gli uni agli altri” (Papa Francesco, 54ma GMCS).
Racconti. Anche per questa edizione, la terza, Caritas Diocesana sceglie di dar conto degli elementi caratterizzanti l’anno precedente privilegiando la dimensione del racconto. Una scelta avviata nel 2020, nata dalla consapevolezza che la carità vissuta in tempo di Covid19 non si poteva esprimere con cifre e bilanci, bensì attraverso i vissuti di fatica e di tristezza, di gioia e di laboriosità: “Non aspettiamoci reportage, statistiche, numeri, osservazioni sistematiche, ma il qui ed ora di una carità in atto. L’approccio: leggere, rimanere in silenzio, ascoltare il dolore, gustare la gioia, riconoscere la grazia; condividere e continuare a vivere il processo di una umanizzazione sempre minacciata e sempre in fieri” (don Rinaldi, 2020).
E così anche Un anno con Caritas 2022 si presenta come una raccolta di 29 racconti, accomunati da una trama, quella della creatività della carità, indicata da Papa Francesco (2021) come terza via da percorrere, insieme a quella degli ultimi e del Vangelo e alimentati da un sogno, quello della civiltà dell’amore, consegnato da San Paolo VI (1975) alla Chiesa e all’umanità.
Diversamente dalle edizioni precedenti, in cui i racconti erano accompagnati da immagini evocative e da pennellate di colore, Un anno con Caritas 2022 si presenta con una veste grafica minimale, che riserva il colore alla copertina (tondo cielo-terra, tra sogno e realtà), ai dettagli di alcune (poche) fotografie, ad alcune consapevolezze in formato “punto e a capo”. L’intenzione: far emerge l’essenziale delle narrazioni e della carità vissuta.
Elementi ricorrenti. Tra gli elementi ricorrenti che punteggiano la raccolta di racconti e portano con sé l’invito a guardare il mondo una riga più in basso: che belle parole, i gesti. “Quella dei gesti, dei segni è una modalità connaturata alla funzione pedagogica della Caritas”. Lo stesso Papa Francesco, in occasione dei 50 anni di Caritas Italiana (1971-2021), ha ribadito la necessità di “continuare a coltivare sogni di fraternità e ad essere segni di speranza”. Fraternità e speranza coltivate nel quotidiano attraverso gesti semplici ma densi di vita, come quelli che nascono per esempio dal gesto della condivisione del pane (F. Perletti). Una la consapevolezza: “nel gesto, ci sono anch’io!” (Loretta).
Su questa stessa lunghezza d’onda anche: sono i piccoli gesti a cambiare il mondo, perché niente è più grande delle piccole cose! La carità non è ingenuità, ma innocenza. È potente la carità: segue la via della creatività! Così sempre Papa Francesco, nel messaggio per i 50 anni di Caritas Italiana: “La ricca esperienza di questi cinquant’anni non è un bagaglio di cose da ripetere; è la base su cui costruire per declinare in modo costante quella che San Giovanni Paolo II ha chiamato fantasia della carità” e ancora “lo Spirito Santo, che è creatore e creativo, e anche poeta, suggerirà idee nuove, adatte ai tempi che viviamo”. Che ci vuole dunque ad essere creativi quando si tratta di approntare una risposta di accoglienza notturna invernale!? (S. Savoldi) O di gestire la ribellione di una giovane donna accolta!? (P. Scorrano)
E ancora una riga più in basso, anche un’altra consapevolezza: insieme. Come recita un proverbio africano, “se si sogna da soli è solo un sogno, se si sogna insieme è la realtà che comincia”, i racconti restituiscono il desiderio di osare insieme il sogno della civiltà dell’amore: “Sappiamo di abitare un cambiamento d’epoca ed abbiamo fatta nostra la grandezza della sfida. Siamo insieme soprattutto e ci muoviamo tra fatica e Grazia, certi di non essere mai soli” (F. Pesenti Gritti).
Speranza. Tre scoperte/consapevolezze che trovano sintesi nelle parole di don Maurizio Rinaldi: “Se la Grazia è nei fatti, nelle fatiche e nei frutti, i racconti che abbiamo letti sono storie di carità tra cielo e terra, respiro di verità, narrazioni umane e umanizzanti di civiltà […] Questa raccolta di tracce narrate indica ancora il sogno da abitare, il percorso da compiere, nella speranza condivisa di una fede credente espressa in eucaristica gratitudine e generosità. Da qui, tutto è Vita, tutto è umanità compiuta, tutto è bellezza.”