di don Maurizio Rinaldi
L’incontro. Poveri noi! Lo diciamo per le avversità che attraversiamo, nella sensazione di essere perduti. Diremo Poveri, noi il prossimo 18 novembre 2023, mentre la Chiesa celebrerà la VII Giornata Mondiale dei Poveri. Nell’ambito delle iniziative legate a Bergamo Brescia Capitale della cultura 2023, vivremo “la Bellezza della Carità”, iniziativa che riunirà le Caritas diocesane delle due città capitali a Brescia, prima presso la mensa “Menni” e poi per la celebrazione eucaristica presso la chiesa dei Santi Nazaro e Celso. Le due delegazioni condivideranno sinodalmente ciò che appartiene al capitale di Caritas Brescia nella sua tradizione dei tavoli di lettura e ascolto spirituale della Parola. Seguendo il messaggio che prepara e celebra questa giornata, il libro di Tobia ci disporrà a condividere l’approccio più vero a noi stessi, quello che riconoscerà la propria povertà, condizione migliore per riconoscere quella altrui. Per ragioni organizzative, l’incontro del 18 novembre è a invito; il materiale utilizzato sarà messo a disposizione per essere meditato e condiviso nelle comunità.
Le povertà. “Non distogliere il tuo sguardo dal povero” (Tb 4,7) sono le parole testamento che il padre consegna al figlio, come la Chiesa madre consegna ai suo membri e al mondo, per il tempo presente e per quello futuro. Nel cambiamento d’epoca accogliamo la sfida di una evoluzione e di una vera umanizzazione della società a partire dal capitale umano di dignità, di desiderio e di riscatto che la condizione di povertà di ogni essere umano non nega, non compromette, anzi che ricandida al di più di vita e di grazia che invoca. Le povertà materiali, intellettuali e spirituali che il mondo soffre, ci riconducono ad un presente internazionale tragico e tristissimo di persone e popoli legati e schiavi delle proprie ferite, del proprio istinto di sopravvivenza a prescindere dalle sorte altrui, incapaci di vivere la medesima casa comune della storia e delle sue sorti.
Le carità. Mentre celebriamo ciò che ci ha reso capitali della cultura, ammiriamo la bellezza della carità divina e umana che si esprime nel circolo virtuoso dello scambio di accoglienza e di integrazione di ciò che appartiene alla migliore tradizione delle nostre città e in generale nell’incontro tra uomini, città, popoli, culture e religioni diverse. Osiamo continuare a sognare una civiltà dell’amore, nella capacità di coloro che non distogliendo lo sguardo dal povero e quindi nemmeno da sé stessi, ne riconoscono il valore in quanto persona, “moneta di Dio”, portatrice della Sua effige, della Sua immagine e somiglianza.