Anche per il 2018 si rinnova per il quarto anno consecutivo T’INVITO A CENA: una cena speciale con cinquecento invitati, singoli e famiglie che diversamente non avrebbero la possibilità di festeggiare in questo modo il tempo del Natale, accompagnati dai volontari con i quali durante l’anno hanno fatto “un pezzo di strada insieme”

Difficile descrivere “T’invito a cena”, ma sono almeno quattro i motivi che la rendono speciale:

  • un desiderio condiviso – nasce dal desiderio di una cordata di organizzazioni impegnate in ambito caritativo e sociale di esprimere con un gesto di condivisione il valore dell’accoglienza e dell’attenzione a coloro, singoli e famiglie, che si trovano in condizioni di difficoltà.
  • una disponibilità stellata – vede la partecipazione di nove chef stellati e un maitre di sala, espressione dell’alta cucina bresciana cucinare lavorare insieme per preparare una cena a 500 persone (invitate dagli enti promotori).
  • la generosità del cuore di tanti – per la sua realizzazione richiede il coinvolgimento di molti sponsor e donatori che aderiscono all’iniziativa semplicemente rispondendo all’appello “Dona una cena stellata per Natale”.
  • l’impegno di molti – a servire ai tavoli, molti volontari (200), giovani soprattutto, che per una sera indossano la “maglietta dell’accoglienza e della condivisione”.

L’appuntamento con T’invito a cena è per lunedì 17 dicembre 2018 ore 19.00 presso il Gran Teatro Morato (via San Zeno 168, Brescia)

Per approfondire leggi il comunicato stampa, vedi la presentazione in Sala Libretti – Giornale di Brescia e guarda lo spot.

Alcune immagini dell’edizione 2018 (foto: Nicolò Brunelli):

Le arachidi dell’etno-orto

Prima del dolce, un gesto ha marcato ulteriormente il valore dell’accoglienza e della condivisione di T’invito a cena 2018: quattro richiedenti asilo hanno distribuito 50 sacchetti di arachidi, uno per ogni tavolo. Il significato del gesto in un piccolo pendaglio: “Queste arachidi le abbiamo coltivate noi nel nostro “etno-orto” a Calvisano, con l’aiuto dei nostri amici volontari italiani. Lo abbiamo chiamato “etno-orto” perché molti semi che abbiamo seminato provengono dall’Africa: le arachidi, il fagiolo con “l’occhio nero”, il karkadè, il cani (un peperoncino molto piccante) e il meloncino che si arrampica sulle capanne dei nostri villaggi. Così, prendendoci cura di queste piantine ci siamo in qualche modo presi cura delle nostre radici, annaffiandole di ricordi. Nella nostra cultura le arachidi sono un simbolo di prosperità, perciò abbiamo pensato di donarvele come segno di condivisione e augurio di un Sereno Natale”.

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