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40 anni di Servizio Civile in Caritas (1977/2017)

La radice del servizio civile sta nell’esperienza dell’obiezione di coscienza al servizio militare che nell’Italia repubblicana prende avvio già nel 1948 con l’obiezione di Pietro Pinna e trova nel movimento nonviolento fondato da Aldo Capitini nel 1950 un luogo di elaborazione delle ragioni dell’obiezione e della promozione attiva della pace.

Il movimento degli obiettori di coscienza, in antitesi e aperta critica contro la folle corsa agli armamenti della guerra fredda, ha rappresentato un pungolo sia per la politica, sia per la società civile sia per la Chiesa. Basti ricordare, per quanto riguarda quest’ultima, il contributo di personalità scomode quali don Primo Mazzolari e don Milani, ma anche i passi avanti della Chiesa ufficiale con l’enciclica Populorum Progressio di Paolo VI e con la riscoperta delle esperienze di obiezione di coscienza attuate in ambito cristiano fin dai primi tempi a partire da San Massimiliano.

Ci vogliono oltre 20 anni perché venga approvata una legge (l.772/72) che riconosca l’obiezione di coscienza. In ambito ecclesiale la svolta arriva nel 1976, quando nel convegno sulla “Evangelizzazione e promozione umana” la Chiesa Italiana indica il servizio civile come “scelta esemplare e preferenziale per i cristiani”. In quella occasione Caritas Italiana riceve il compito di promuovere l’obiezione di coscienza e il servizio civile quale forma di servizio alternativo al servizio militare.

Un anno dopo, nel 1977 Caritas Italiana firma la convenzione per il servizio civile degli obiettori di coscienza e partono i primi obiettori in servizio.

Da allora e sino al 2005, quando la leva obbligatoria è stata sospesa, oltre 100.000 giovani hanno scelto la strada dell’obiezione di coscienza con Caritas Italiana. Circa 3.000 di questi lo hanno svolto con Caritas diocesana di Brescia.

Forte di questa eredità, la Caritas prosegue ancora oggi con rinnovata convinzione il proprio impegno sul versante del Servizio civile nazionale (l. 64/2001). Si tratta di una proposta scelta liberamente dal giovane della durata di 12 mesi, articolata su più aree d’intervento: dalla promozione delle relazioni, dei diritti umani e di cittadinanza al sostegno delle persone in stato di disagio, alla sfida dell’immigrazione. Dal 2001 ad oggi oltre 6.000 giovani hanno svolto il servizio civile volontario presso Caritas Italiana e alcune centinaia presso la Caritas diocesana di Brescia.

Tre appuntamenti

Tra memoria e profezia, guardando ai primi 40 anni di servizio civile (1977/2017), si propongono tre diversi appuntamenti:

Venerdì 5 Maggio 2017 | ore 18.30
STORIA, MEMORIA E PROFEZIA DELL’OBIEZIONE DI COSCIENZA E DEL SERVIZIO CIVILE

L’incontro, coordinato dal direttore del Giornale di Brescia Nunzia Vallini, verte sull’approfondimento della storia dell’obiezione di coscienza e del servizio civile e sul rilievo che ha avuto nella realtà locale della Chiesa e della società civile di Brescia.
Riconoscere i tratti salienti di questa storia di successo, il suo DNA e il suo vivace e peculiare sviluppo nella realtà di Brescia rappresenta un passaggio culturale importante e generativo per ripensare le opportunità e i modi di coinvolgimento dei giovani oggi.

Mercoledì 10 Maggio 2017 | ore 10.00
IL SERVIZIO CIVILE CHE SARA’: INCONTRO INFORMATIVO SUL NUOVO BANDO E SULLE OPPORTUNITA’ DI CARITAS DIOCESANA DI BRESCIA

Presso la sede della Caritas diocesana di Brescia si propone un incontro informativo per i giovani interessati a svolgere servizio civile.

Venerdì 26 Maggio 2017 | ore 20.00
1977.2017 | REUNION. SIAMO NOI. QUELLI DEL SERVIZIO CIVILE E DELL’A.V.S.

La REUNION vuole essere un’occasione di incontro per tutti coloro che hanno condiviso una parte di questa lunga e corposa storia per riconoscerne l’importanza e il valore.
Insieme per ritrovarsi, ricordare e riconoscere.
Il luogo del ritrovarsi è il BrixiaForum, storica location di mostre internazionali di armi, che ospita questa volta i protagonisti di una storia di non violenza e difesa non armata della Patria.
Per favorire lo scambio e la socialità, la serata è condotta nella modalità del “world cafè”. In una cornice informale, seduti attorno a tavoli rotondi apparecchiati per l’occasione, gli invitati possono ritrovare amici e compagni conosciuti durante il periodo di servizio, rievocare le loro esperienze e insieme condividere gli aspetti di valore di questa eredità.
Il vescovo Luciano è presente per ascoltare i racconti e ricordare l’importanza che questa storia ha avuto e può ancora avere per la Chiesa e per le comunità bresciane.